Lascio la parola a Marta, che si è resa disponibile a rendere pubblica una lettera indirizzata a sé stessa, la quale aprirà una serie di riflessioni sulla malattia, dove per malattia si intende qualsiasi tipo di problematica a livello fisico, dalla rinite allergica (che tortura i miei pazienti con disfunzioni alle corde vocali), alla balbuzie, alle patologie neurologiche, senza escludere tutti i disturbi che riguardano i bambini, e di cui essi spesso non sono consapevoli.
“Finora eri sempre stata una persona ‘normale’. L’attività era la tua prerogativa. Mai nascosta, almeno apparentemente. Poi cominci a scoprire gradualmente che non hai più così tanta forza. Le gambe cominciano a pesare quando fai le scale, e mentre balli sulla spiaggia sotto il sole. Le braccia faticano a tenere in braccio tuo figlio. Ma corri talmente tanto e talmente velocemente che quasi ignori questi sintomi. GUAI A FRENARE!! … ma un giorno ti devi fermare per forza. Le vertigini, la cefalea, le parestesie, i dolori muscolari, la stanchezza, le anomie…non puoi ignorare più! Il corpo grida: FERMATI!!!
Ed ecco la brutta notizia: un’etichetta, come su un prodotto da supermercato; non sei più una persona (ma forse neanche lo eri mai stata…); SEI UNA MALATTIA.
Una via crucis tra un ospedale e l’altro. Esami, visite, prelievi, ricoveri…dare un’etichetta ‘migliore’, la più ‘leggibile’. Finalmente sembra quella giusta. E allora cominci a pensare al futuro e vedi buio. Pensi a tutte le possibili conseguenze, a tuo figlio che ha bisogno di una madre, al dolore di chi ha vissuto la malattia, ma non è riuscito a vincerla. Tutta la tua vita è messa in discussione. Vedi cose che non hai mai visto.
La tua vita non ti piace.
Poi vedi una mano tesa: l’invito è di farti aiutare. Un invito profondamente accolto. Un invito che, non ti accorgevi, veniva da te stessa. Era un DESIDERIO DI CAMBIAR VITA. Finalmente vedi chiaro. Cominci a distinguere cosa ti piace da cosa non vuoi. Diventa una vita di SCELTA. Dopo tanto vedere un futuro buio e un passato colmo di rabbia e rammarico, riesci ad alzare lo sguardo e cominci a VIVERE IL PRESENTE. La malattia avanza. La terapia è una lotta quotidiana. Ma tu non ti arrendi alla vita, perché nonostante tanto soffrire, QUESTA E’ VITA!
Scopri che gioia e dolore possono convivere. Non ci sono più estremismi. Tutto è relativo; tutto è esperienza preziosa e personale. Forse per qualcuno sei ancora una malattia, ma per te sei una PERSONA, una donna che ama, che vive, che soffre, che gioisce!
La vita non è più dettata dagli esami strumentali, preziosi esami che ci aiutano, certo, ma loro sono morti…tu invece SEI VIVA!
E so che, anche se non ho la certezza della guarigione, non vivo una vita di rinuncia, ma gusto il presente, rinnovato ogni giorno come dono.”
Marta
Vasco Rossi, qualche anno fa, ha scritto e interpretato una canzone con la quale si proponeva di voler trovare un senso a molti fatti che accadono, e alla vita in generale. La sua ricerca si è rivelata sterile e infruttuosa, infatti concludeva asserendo che troppe cose non hanno senso. Tra le righe di questo scritto, invece, si scorge la speranza, si evince che nel presente è nascosto l’infinito, che è possibile un’espansione della vita, la quale straordinariamente si può vestire d’eternità, assumere valore, avere un senso, appunto.